Quasi come un diario, ecco l’effetto della quarantena da Coronavirus: “le Filastrocche della Peste” di Lucio Villani e Daniele Catalli.  Da circa un mese  i due autori raccontano l’emergenza sanitaria e le sue conseguenze in quartine illustrate. Leggendole in ordine cronologico, dalla prima filastrocca a quella più recente, è possibile riscoprire la storia della pandemia. Le filastrocche sono disponibili sul canale Telegram dedicato e sui profili Facebook e Instagram dei due artisti. Filastrocche della Peste

Un diario da quarantenaFilastrocche della Peste

Il corpo metrico di ogni filastrocca crea un effetto straniante nei confronti della materia trattata. La filastrocca è infatti di per sé una forma poetica infantile , e che tratta principalmente argomenti semplici (nonostante esistano delle eccezioni). La stranezza tra forma e contenuto viene qui occultata dalla presenza delle illustrazioni di Daniele Catalli, realizzate in bianco e nero, con l’intenzione di rappresentare la situazione “sospesa” che stiamo vivendo. Dalle prime avvisaglie di pericoli, passando per il lockdown delle “zone focolaio”, fino alla quarantena dell’intero Paese e alla “fuga da Milano”.
E’ ben congeniato il ritaglio critico-personale delle filastrocche, considerando la natura “stramba” dell’intera opera. Filastrocche della Peste

E’ Guerra!

Leggendo le Filastrocche della Peste si possono ripercorrere quali sono stati, ma. sopratutto quali ancora sono, i problemi dell’Italia nei confronti dell’emergenza: le difficoltà sanitarie, le ordinanze e i decreti con misure restrittive, e. soprattutto la metafora usata e abusata della “guerra al COVID” e della conseguente rappresentazione del personale sanitario come vero e proprio esercito in prima linea. Nella. filastrocca che gli artisti dedicano ai medici, essi vengono rappresentati. sia linguisticamente. che visivamente come degli “spartani”, con tanto di scudo raffigurante il bastone di Esculapio.

Il racconto non si concentra soltanto sulla realtà italiana, ma ritaglia in maniera perfetta (quasi comica) la visione di quei paesi “negazionisti”, come la Gran Bretagna, il Brasile, Israele e gli Stati Uniti, che prima ignoravano l’emergenza. Ma i momenti più riusciti delle Filastrocche della Peste sono probabilmente quelli in cui il racconto parla delle situazioni quotidiane: solitudine, i luoghi deserti, incertezza nel futuro. Di certo Le Filastrocche della Peste sono un progetto ben riuscito, che si inserisce nel filone degli esperimenti artistici nati giocoforza con la quarantena da Coronavirus, ma che si distingue da molti di questi per uno sguardo originale e una forma artistica che potremmo definire anomala e che funziona.

 

Filastrocche della Peste

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