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Le mostruosità distorte dei fratelli Chapman: l’orrore e il sangue di altre realtà

Dino Jake Chapman installazioni

Mostruosità (ir)realiDino Jake Chapman installazioni

Solo a una prima occhiata superficiale le sculture di Jake e Dino Chapman appaiono come rappresentazioni di uomini normale. Guardando con maggiore attenzione queste creazioni sconcertano con la loro ostentazione di anomalie, deformità, malformazioni fisiche. Le figure realizzate dai due artisti sembrano uscire da un gabinetto degli orrori partoriti da una fantasia distorta e sovvertono convinzioni profondamente radicate. L’immaginario fantastico si materializza nelle opere dei Chapman in qualcosa di mostruoso, ma rappresentato con realismo. Questa loro perversione non fa che risvegliare il mostro che dorme in ognuno di noi. Con i loro scenari provocatori e scioccanti al tempo stesso i due figurano tra gli esponenti del gruppo dei Young British Artists, “specie protetta” del magnate pubblicitario Charles Saatchi.Dino Jake Chapman installazioni

Un albero di morti e budella

Con L’installazione “Grande impresa! Con i morti!” i Chapman hanno aperto le frontiere alle suggestioni del macabro. Dal punto di vista formale l’opera è una trasposizione piuttosto fedele del disegno 39 di Francisco Goya, tratto dalla serie intitolata I disastri della guerra. Realizzato intorno al 1810/11, il disegno ritrae le conseguenze della conquista napoleonica della Spagna. Nel 2003 i due fratelli sono arrivati al punto di acquistare una serie completa delle incisioni dell’artista spagnolo per “rielaborarle e migliorarle”, un’operazione che ha fatto molto discutere.

Servendosi del linguaggio figurativo tipico della Crocifissione i due artisti hanno realizzato tre figure umane in resina sintetica. Quella centrale rappresenta “Cristo” ed è legata al tronco di un albero, dietro a essa si trova un altro corpo appeso a testa in giù (forse un allusione alla crocifissione di Pietro), membra sparse della terza pendono da un ramo che si allunga verso destra: il busto capovolto, la testa infilzata, le braccia legate per le mani. Le figure fanno pensare a dei giovani dai candidi corpi e i capelli corvini, con le ciocche volutamente scompigliate che ricordano la pettinatura dei fratelli Chapman. Tutti e tre sono castrati: a questo punto l’installazione, che a prima vista poteva essere letta semplicemente come una provocazione nello stile della Pop Art, assume una connotazione ambigua che tocca la sfera religiosa.

L’invettiva contro la religione: la fantasia che occulta la verità

La Crocifissione di Cristo qui citata è in fondo un episodio controverso e sconvolgente, è di fatto un racconto che può dare origine a traduzioni figurative contraddittorie incentrare sul tema dell’incarnazione di Cristo. Nella tradizione della Chiesa questo aspetto fondamentale è stato in genere negato o celato. Cristo era stato tutto- il Salvatore, l’artefice di miracoli, colui che persona- ma non un uomo con la sua sessualità. Secoli di arte occidentale hanno sorvolato su tale aspetto o lo hanno celato sotto il celo della dissimulazione. Il fatto che i due artisti ora cogliano chiaramente infrangere questo tabù e privare con crudezza i tre uomini della loro identità sessuale, appare un’operazione con una sua innegabile logica.

L’arte dei fratelli Chapman si può definire fantastica nel senso che mette a fuoco proprio quei temi critici, sui quali nel corso della storia, si sono appuntate menzogne, favole e leggende di ogni genere che hanno finito per occultare la storia stessa. I due artisti non arrivano ad affermare che la religione rappresenti il camuffamento di una verità più alta, tuttavia mediante l’espediente del fantastico prendono sul serio, anzi alla lettera il dogma dell’incarnazione di Cristo. Uno dei temi più controversi del Cristianesimo non avrebbe potuto essere rappresentato in maniera più efficace e suggestiva.

 

Dino Jake Chapman installazioni

 

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